Il dramma della cefalea, un giorno senza sorriso è un giorno non vissuto
La cefalea ha conseguenze devastanti sulla quotidianità delle persone che ne soffrono. Essa ha un impatto diretto sulla famiglia e sulle relazioni sociali.
Questi aspetti sono stati approfonditi in un’indagine recentemente svolta da Allergan in collaborazione con European Migraine and Headache Alliance (EMHA).
Circa la metà (48 percento) delle persone intervistate, ha dichiarato di sentirsi invalidato dalla patologia; un terzo (33 percento) di avere la sensazione di non essere in grado di stare dietro ai figli a causa del mal di testa; un terzo (37 percento) ha sottolineato che la cefalea ha peggiorato la qualità del tempo trascorso coi propri cari, in primis i figli.
Gli effetti sul quotidiano è dunque evidente, con circa due terzi (63 percento) che hanno dichiarato di essere abbattuti emotivamente, in quanto costretti dalla cefalea a dover rinunciare a tempo di qualità con la famiglia e amici; il 40 percento ha denunciato di passare con il partner meno tempo di qualità di quanto vorrebbe e il 60 percento ha sottolineato come la cefalea gli abbia rovinato addirittura le vacanze.
Tipologie, sintomi e cause della cefalea.
Sono davvero tanti i pazienti che si rivolgono presso il nostro centro di fisioterapia e osteopatia a Roma in Via Alessio Baldovinetti, 26.
Non è un caso che questo accada, Physio Cast-One è infatti uno dei principali centri per la cura della cefalea in zona Roma – Eur.
Le più ricorrenti cefalee primarie sono la cefalea a grappolo, l’emicrania e la cefalea di tipo tensivo.
Fra le cause in grado di dare origine ai meccanismi alla base della cefalea, c’è anche l’adozione reiterata di posture scorrette.
Il dolore irradiato alla tasta nasce dalle strutture muscolari dell’area cervicale, come la muscolatura della colonna cervicale e i grandi muscoli della masticazione che si innestano all’altezza delle tempie.
Questi muscoli possono incorrere in stati infiammatori connessi ad un’elevata tensione oppure possono irritare per compressione le strutture nervose del capo che innervano la parte posteriore e superiore del cranio.
• La cefalea tensiva si presenta con un fastidio duraturo, ma solitamente lieve e bilaterale sia sul fronte destro che sinistro della testa. Si avverte un senso costrittivo nella parte occipitale o frontale. In diversi casi, al contrario, il sintomo è diffuso a tutto il capo. In questa circostanza si ha quello che viene definito “cerchio” alla testa. I dolori sovente cominciano in tarda mattinata o nel primo pomeriggio, affiancati da capogiri, rigidità della testa e stati di ansia.
La cefalea tensiva solitamente non si associa a nausea, vomito e fastidio alla vista della luca o al rumore.
• L’emicrania si presenta monolaterale, ovvero interessa solo una porzione della testa, intaccando all’inizio la sezione frontale con dolori ricorrenti che possono durare diverse ore o, nelle situazioni più gravi, qualche giorno. Il fastidio è forte e ha l’effetto di un martello. Talvolta si ha la sensazione che la testa possa scoppiare.
L’emicrania può affacciarsi associata a vari sintomi reversibili di tipo neurologico, che costituiscono la cosiddetta “aura” (abbagliamenti, scotomi, vista annebbiata, difficoltà a parlare)
• La cefalea a grappolo è caratterizzata da dolori forti unilaterali e vicini nel tempo. Il fastidio è trafittivo e lancinante. Esso è localizzabile intorno all’occhio e allo zigomo con possibilità di irradiamento alle tempie, alla mandibola, al naso fino ad arrivare al mento. La cefalea a grappolo è accompagnata da sintomi come l’abbassamento della palpebra, lacrimazione, rossore al viso e stato di agitazione.
Diversamente dall’emicrania, non c’è presenza di nausea, vomito o aura.
Qualora la cefalea fosse legata ad una contrattura dei muscoli o allo stress dei nervi della sezione cervicale, l’approccio del nostro centro di fisioterapia e osteopatia è solitamente multidisciplinare. Si comincia rintracciando con precisione quale è la muscolatura interessata per poi capire la causa dello stato di tensione della stessa che chiaramente può essere differente da persona a persona.
Diverse, infatti, possono essere le strutture dei muscoli e delle articolazioni che hanno alterazioni funzionali tali da portare ad un cambiamento errato della normale postura con riflessi negativi anche sulla mobilità dell’area cervicale e cranica generando così stati di tensione anomali che agevolano l’insorgere di infiammazioni alla base della cefalea.
Presso il nostro centro di fisioterapia e osteopatia a Roma in zona EUR (Via Alessio Baldovinetti, 26) è possibile trovare professionisti che procederanno ad una valutazione complessiva del paziente per ricercare le disfunzioni presenti nel sistema muscolo scheletrico.
Dopodiché si procederà a stilare una programmazione di intervento per mettere in pratica un piano di Trattamento Integrato per intervenire sulla cefalea. All’inizio il piano di trattamenti può prevedere Chinesiterapia e/o Ginnastica mirata è decisamente indicata per tutti quei pazienti che esercitano professioni che comportano tante ore davanti ad un monitor.
In questa situazione ha un ruolo chiave il fisioterapista e il chinesiologo che avranno cura della persona con esercizi individuali e specifici oltre a dare indicazioni sulla corretta postura da tenere durante la giornata e nelle varie attività quotidiane. In caso di cefalea acuta e persistente nel tempo sono consigliabili sedute di elettroterapia con particolare riferimento a trattamenti laser, ultrasuoni o Tecarterapia.
Sono infatti indicate per diminuire il dolore, soprattutto se associate a terapie manuali.
Non esiste un protocollo di intervento unico in presenza di cefalea. La strada migliore è un’attenta analisi volta a pianificare un piano di terapia a misura di paziente, in grado di valutare le caratteristiche specifiche della persona.
Trattamento manuale per cefalea
Il trattamento manuale consente di ridurre in maniera veloce la grande tensione dei muscoli della cervicale, spesso alla base della cefalea. Attraverso il trattamento manuale è possibile rilasciare con successo la tensione che può innescarsi nel tratto del rachide cervicale, proprio laddove i muscoli cervicali si fondono con quelli nucali. Al diminuire della tensione cervicale si accompagna da subito un rilascio anche del muscolo occipito frontale, che abbiamo potuto vedere come sia una delle principali fonti di mal di testa.
La cefalea può essere anche legata a disfunzioni del cranio.
Queste ultime possono portare anche a limitazione della dura madre e uno squilibrio dei muscolari di quella parte.
La causa è l’irritazione del nervo grande occipitale, derivante dalla parte dorsale di C2 e del nervo piccolo occipitale, derivante dalla ventrale di C2. Esistono vari trattamenti per contrastare queste problematiche.
Trattamento cranio-sacrale: si tratta di un pratica di medicina complementare che rientra nella tradizione osteopatica. Essa è fondamentale per il ripristino dell’equilibrio fisiologico del corpo mediante delicate manipolazioni del cranio (riequilibrio occipitale, liberazione ossa temporali, compressione del 4° ventricolo).
• Riequilibrio occipitale: paziente in posizione supina, il terapista sta dietro il capo della persona, le due mani sotto l’occipite che poggia sui palmi, le dita piegate verso l’alto sulla parte orizzontale della squama, la cerniera occipite-atlante fa pressione sulla punta delle dita.
• Liberazione dei temporali: paziente supino, il terapista è seduto dietro alla testa della persona, le mani poggiate bilateralmente in modo che il medio sia nell’orecchio, l’indice sul processo zigomatico, l’anulare e il mignolo sulla mastoide. Inizialmente il terapista fa pressione su un temporale in rotazione esterna, l’altro in rotazione interna.
Questi impulsi saranno invertiti successivamente. Completata la manovra, il terapista ripristina la simmetria del ritmo del cranio.
• Compressione del 4° ventricolo: paziente in posizione supina, il terapista sta seduto dietro alla testa del paziente. Le mani sovrapposte e incrociate con i due pollici a “V”, prendono il capo. Visto che la punta della “V” è all’altezza della spinosa C2/C3, le eminenze tenar poggiano bilateralmente sugli angoli laterali della squama occipitale.
• Allungamento dei muscoli cervicali: paziente in posizione supina, braccia lungo i fianchi, palmo delle mani rivolto verso l’alto. Con una mano si fa una lieve trazione della testa verso l’alto, con l’altra mano si fissa la spalla omolaterale al trapezio da trazionare, provando a spostare il capo verso la parte opposta. Sarà necessario prestare attenzione a mantenere la faccia in avanti, senza rotazioni.
Quando si è arrivati al massimo allungamento, si fa una trazione verso l’alto con la mano che guida il capo e una spinta in depressione della spalla con l’altra. La tensione sarà esercitata per circa quindici secondi, per una decina di volte.
• Scaleni: paziente supino, braccia lungo i fianchi, mani sul lato del collo dolente, il pollice della mano distale si appoggia sul processo trasverso della settima vertebra cervicale mentre la mano prossimale fa pressione sull’occipite. Le mani procedono in senso opposto: la mano distale spinge verso il basso, la mano prossimale traziona verso l’alto. La tensione deve durare almeno una decina di secondo e sarà ripetuta per sei – sette volte.
• Scom (muscolo sternocleidomastoideo): paziente in posizione supina, braccia lungo i fianchi, palmo delle mani rivolte verso l’altro. Trazionare gradatamente la testa della persona, prestando attenzione che mantenga la naturale lordosi cervicale, ruotare il capo dal lato controlaterale a quello del muscolo su cui intervenire.
Nel momento in cui la rotazione avrà raggiunto la massima escursione possibile, fuori dal dolore, proseguire con la tensione verso l’altro con una mano, procedere allo stiramento sull’inserzione sternale con l’altra. Ripetere la manovra almeno una decina di volte mantenendo la tensione per circa quindici secondi. Rimettere la testa al centro eseguendo la contro rotazione lentamente ed in allungamento leggero.
Tecnica ad energia muscolare
• Disfunzione in posteriorizzazione unilaterale: paziente supino, il terapista si pone al livello della testa, sostiene l’occipite, l’estremità dell’indice o del medio copre l’articolare posteriore.
Questo dito sarà usato per eseguire la localizzazione del movimento tra la vertebra in disfunzione e la vertebra sottostante: l’occipite viene in seguito flesso gradatamente per fare in modo che il movimento sia indotto dall’alto in basso per raggiungere l’articolare in disfunzione; sempre rimanendo con questo grado di flessione, si induce un’inclinazione laterale in ambo i lati passivamente e dall’altro in basso, sino alla sua localizzazione al livello dell’articolare in disfunzione; questa contrazione viene mantenuta tre secondi.
Durante il periodo di rilasciamento, viene ricercata una nuova barriera motoria inducendo dei movimenti passivi di flessione, inclinazione sinistra/destra e rotazione sinistra/destra.
• Disfunzione in anteriorizzazione unilaterale: la posizione della persona è quella descritta precedentemente, una volta rintracciata la barriera motrice nei tre parametri dello spazio, viene richiesto al paziente di piegare il capo in avanti, in direzione della spalla sinistra o destra. Questa contrazione isometrica va mantenuta per circa tre secondi. Nella fase di rilasciamento si ricerca la nuova barriera motrice in estensione, inclinazione, laterale sinistra/destra e rotazione sinistra/destra.
Cefalea da weekend
Spesso il mal di testa viene fuori durante il sabato e la domenica, proprio quando si ha a disposizione del tempo libero. I sintomi sono la testa pesante, senso di costrizione, difficoltà a concentrarsi e a sopportare luce e rumori. Non esiste ancora una concreta spiegazione del fenomeno, in ogni caso la maggior parte degli studiosi ritiene che questa tipologia di cefalea sia connessa al mutamento repentino dello stile di vita fra giorni lavorativi e weekend.
Dormire di più rispetto al solito, ad esempio, possono essere più controproducenti che utili qualora si tenda a soffrire di questa tipologia di mal di testa.
All’origine della cefalea da weekend possono esserci anche cause più scontate, come una serata in discoteca, assunzione di alcolici, un pranzo o una cena abbondante.
Un altro fattore alla base del mal di testa nel fine settimana è lo sport, praticato da molti in forma eccessiva nel weekend in controtendenza alla sedentarietà dei giorni di lavoro.
La cefalea da weekend può essere contrastata uniformando le attività svolte fra il fine settimana e il resto dei giorni. Occorre, quindi, essere equilibrati coi carichi di lavoro.
È importante prestare attenzione anche alle ore di sonno. È consigliabile avere costanza nelle ore di sonno, coricandosi e alzandosi più o meno sempre alla stessa ora, nonostante nel fine settimana non ci sia la reale necessità.
Qualora durante la settimana si sia sottoposti ad un alto livello di stress, è importante trovare un modo per rilassarsi in modo tale che il naturale calo di tensione del weekend sia meno importante scongiurando l’insorgere della cefalea. I metodi sono diversi: dallo yoga alla riflessologia plantare, dall’agopuntura al re-birthing, dai massaggi all’attività fisica. Inoltre per lenire i fastidi del mal di testa da weekend è possibile fare ricorso a farmaci antinfiammatori non steroidei (FANS), che possono essere acquistati in farmacia senza ricetta medica.
Mestruazioni e cefalea
Il mal di testa in concomitanza con il ciclo mestruale è una tipologia di cefalea ben curabile. Per fare un’accurata diagnosi devono essere soddisfatti due criteri: la regolarità, in quanto il mal di testa deve insorgere almeno per due – tre cicli mestruali consecutivi; la puntualità rispetto alle mestruazioni: la cefalea si deve manifestare nei primi due giorni del ciclo, con un margine di tolleranza di due giorni prima e di tre giorni dopo.
Va distinta la cefalea mestruale “tensiva” dalla semplice emicrania con “aura”, decisamente più complessa. L’emicrania catameniale intacca in maniera sensibile la qualità della vita e causa disabilità funzionale nella gran parte delle donne che ne soffrono.
Il fattore scatenante nella maggior parte dei casi è la caduta dei livelli ormonali, in particolare estrogenici, che contraddistinguono il ciclo mestruale.
La diminuzione dei livelli ormonali dopo l’ovulazione da vita ad un processo di infiammazione nello strato basale dell’endometrio, che comporta a sua volta la mestruazione. Inoltre incrementa le citochine pro-infiammatorie, che si propagano in tutto l’organismo, mediante il flusso sanguigno e provocano dolore negli organi geneticamente più sensibili in quella donna.
Tutto questo porta alla cefalea, ma anche a crampi, gonfiore addominale, dolori muscolari e articolari, astenia, mastodinia, appetito eccessivo per pietanze dolci o grasse, sbalzi d’umore e depressione.
Per contrastare in maniera adeguata i disturbi catameniali, che insorgono esclusivamente durante le mestruazioni, è importante appurare e correggere le cause scatenanti. Tra i fattori predisponenti, è importante diminuire i livelli generali di infiammazione con stili di vita sani: otto ore di riposo notturno, per far calare le citochine infiammatorie che poi danno vita al dolore incrementando la vulnerabilità alle cefalee; alimentazione sana; astenersi da fumo e assunzione di alcool; fare sport quotidianamente, anche una passeggiata rapida ogni giorno di mezz’ora.
Qualora si sia in presenza di sindrome del colon irritabile, devono essere approfondite eventuali intolleranze al glutine, al lattosio o ad altri alimenti. Intolleranze e allergie incrementano l’infiammazione della parete del colon, facilitano l’ingresso nell’organismo di allergeni e aumentano a loro volta le citochine pro-infiammatorie.
Fra i fattori precipitanti, alla luce del fatto che la cefalea è causata dalla diminuzione dei livelli estrogenici, può essere indicato stabilizzare i livelli di estrogeni con una pillola contraccettiva estroprogestinica in continua (regime esteso), purché si sia in presenza di cefalea catameniale semplice o tensiva, ma non di emicrania con aura, per la quale gli estroprogestinici sono controindicati a qualsiasi età. In quest’ultimo caso, sono consigliabili i contraccettivi solo progestinici (pillola, impianto sottocutaneo, spirale al levonorgestrel).
Trattamento manuale: un reale rimedio contro la cefalea
Fra le varie tipologie di cefalea, quella miotensiva, definita anche tension-type, è la più ricorrente (TTH), nonostante la patogenesi sia ancora incerta.
I muscoli hanno un ruolo centrale, lo ha confermato anche la ricerca scientifica. L’insorgere di trigger points miofasciali in alcuni muscoli va accertata con attenzione. Un trigger point miofasciale è una zona molto irritabile all’interno del muscolo scheletrico, associata a banda tesa, lungo la quale ci sono parti ipersensibili. Il muscolo in cui si presentano questi trigger points non è totalmente contratto o fonte di dolore, ma la dolorabilità è limitata alla parte delle bande tese.
Sono infatti dolorosi alla compressione e allo stretching e possono dare vita a dolore locale e riferito o altri sintomi, nonché fenomeni autonomici (sudorazione localizzata, vasocostrizione, vasodilatazione, attività pilomotoria).
Per quanto concerne la cefalea miotensiva, i muscoli sub occipitale, all’altezza del rachide cervicale superiore possono dare origine a questi trigger points miofasciali, i quali alla compressione o stiramento causano la cefalea. Il dolore comincerà dalla regione suboccipitale fino ad irradiarsi alla regione temporale. Questo dolore può essere percepito su ambedue i lati.
Gli studio hanno appurato come le alterazioni posturali della cervicale alta possano essere all’origine dell’attivazione di trigger points miofasciali di questa muscolatura. Una ricorrente alterazione posturale è rappresentata da un’elevata anteposizione del collo: un’iperestensione della cervicale alta o un aumento della lordosi cervicale è una comune conseguenza di questa postura e generalmente si manifesta con accorciamento dei muscoli posteriori estensori della cervicale (muscoli suboccipitali, semispinali, splenio e trapezio superiore) così come un accorciamento del muscolo sternocleidomastoideo.
Di conseguenze, oltre alla comparsa di trigger points miofasciali anche il manifestarsi di alterazioni posturali specifiche del rachide cervicale potrebbero essere coinvolte nella genesi e/o mantenimento dello cefalea miotensiva. Un approfondimento scientifico fatto su persone cefalgiche, ha evidenziato come queste avevano dei trigger points attivi o latenti della muscolatura suboccipitale.
I muscoli suboccipitali che vanno dal collo sino alla giunzione atlante occipitale (muscolo retto posteriore maggiore e minore ed il muscolo retto obliquo) non sono palpabili direttamente. Inoltre, è stato evidenziato come un’alterazione della postura del rachide cervicale era piuttosto frequente nei pazienti affetti da cefalea miotensiva cronica.
Altresì, input nocicettivi dei trigger points a livello dei muscoli suboccipitali possono dare origine ad una continua sollecitazione afferente il nucleo caudale del nervo trigemino, generando una sensibilizzazione del sistema nervoso centrale.
Yoga e Pilates in caso di cefalea
In caso di cefalea è utile anche la pratica di yoga e pilates. Il nostro centro di fisioterapia e pilates fa al caso vostro con i nostri preparatissimi istruttori.
Ci sono delle posizioni (asana) di yoga decisamente indicate in caso di cefalea, grazie ai loro effetti rilassanti sul corpo. Il mal di testa, come abbiamo approfondito, può essere scatenato da varie cause. In presenza di difficoltà muscolari con stato di tensione sulle spalle, sul collo o sulla schiena, alcuni esercizi di yoga possono essere decisamente consigliate.
Vediamone alcune.
Piegamenti laterali del collo: sedersi a terra con la schiena dritta, portare la mano sinistra sul lato destro del capo e piegare gradatamente la testa verso sinistra. Rimanere in questa posizione respirando e passare all’altro lato. Rifare l’esercizio su tutti e due i lati per un paio di volte.
Downward Facing Dog rilassato: il Downward Facing Dog consente alla muscolatura del collo e della schiena di tendersi in maniera dolce. Fare il tradizionale Downward Facing Dog portando però i gomiti sul suolo, respirare profondamente e rimanere in questa posizione per diversi minuti.
Torsione a terra (Supta Matsyendrasana): la torsione agisce su tutti i muscoli della schiena e di riflesso lenisce i fastidi della cefalea. Mettersi in posizione supina e portare il ginocchio sinistro al petto tenendolo con la mano destra o viceversa. Ruotare il bacino con il ginocchio verso sinistra e tenere il bracci destro dall’altra parte girando anche il capo dalla stessa parte. Rimanere in questa posizione per diversi minuti.
Posizione del bambino (Balasana): si tratta di una posizione che comporta il rilassamento di tutta la colonna vertebrale e che facilita ad alleviare con immediatezza i fastidi procurati dalla cefalea. Mettersi in ginocchio e portare il peso corporeo in avanti toccando il pavimento con la nuca. Unire gli alluci e mettere le mani dietro i piedi tenendo i palmi verso l’alto. Rimanere in questa posizione per diversi minuti espirando ed inspirando.
Piegamento in avanti in piedi (Uttanasana): si tratta di una posizione che giova al collo e alla testa. Piegarsi in avanti, portare le braccia dietro le gambe e lasciare il capo penzolante.
Posizione del gatto (Marjariasana): posizionarsi a quattro zampe con le mani parallele alle spalle e le ginocchia leggermente spostate rispetto alle anche. Inarcare e rilasciare la schiena in base al respiro e rifare il movimento per almeno cinque volte.
Posizione dell’aratro (Halasana): si tratta di un ottimo metodo di stretching per rimettere in funziona la schiena. Distendersi a pancia in su con le gambe e le braccia lungo i fianchi. Dopodiché portare i piedi oltre la testa e rimanere in questa posizione per alcuni minuti.
Gambe al muro: è una posizione tradizionale, indicata per rilassare schiena e testa. Distendere le gambe su una parete e rimanere in questa posizione con le gambe unite o divaricate, tenendo gli occhi chiusi e respirando profondamente.
Il pilates è decisamente indicato per intervenire sulla cefalea. Praticare pilates agevola chi soffre di mal di testa a concentrarsi sui movimento da svolgere e sulla respirazione, focalizzando quindi l’attenzione sull’esercizio e togliendo dalla mente pensieri che possono causare ansia e stress, che possono provocare anche tensioni muscolari.
In questo senso, il pilates aiuta a migliorare la postura del corpo e ad incrementare la forza, il tono e l’elasticità muscolare.
Il legame fra cefalea e alimentazione
L’alimentazione è un altro aspetto su cui possiamo intervenire per prevenire la cefalea. Ad esempio l’assunzione di alcolici può aumentare la possibilità di attacchi di cefalea. Stessa cosa per il fumo che diminuisce l’apporto di ossigeno all’organismo stimolando la vasodilatazione, ritenuta un elemento alla base di alcune crisi di mal di testa.
Ci sono poi alcuni alimenti che possono, talvolta, scatenare la cefalea. Non è ancora del tutto chiaro il legame fra ciò che mangiamo e mal di testa, infatti raramente si riesce a distinguere gli alimenti che danno origine ad attacchi di cefalea. Si può dire che i cibi da evitare sono quelli dalla digestione complessa come gli agrumi, le cipolle, i crauti, le olive in salamoia, la frutta secca in guscio, il pane e la pizza calci, le banane mature, il cioccolato, i fritti, il caffè (in quantità eccessiva), il tè e le bevande a base di caffeina e teina, pesce secco e salato.
Prestare attenzione anche a latte, yogurt, panna acida e a sostanze come nitrati utilizzati per la conservazione di salumi e insaccati, alla tiramina presente nei formaggi stagionati, al glutammato di sodio usato nei dadi per brodo e nelle zuppe pronte in busta o nella cucina cinese, ai tannini del vino rosso. Da evitare anche il digiuno e diete eccessivamente rigide che possono portare ad un’alterazione del livello degli zuccheri.
È consigliabile invece mangiare pane, pasta e riso (meglio se integrale), frutta e verdura di stagione, legumi freschi o secchi facilmente digeribili (sono molto indicate le lenticchie), pesce fresco non affumicato e senza sale, carne fresca (preferibilmente bianca), succhi, spremute, centrifugati freschi.
Il legame fra cefalea e alimenti è diverso da persona a persona, pertanto è importante concentrarsi per capire eventuali legami. Il consiglio generale è quello di tenere una dieta equilibrata con alimenti come carne e verdure fresche, evitando l’uso eccessivo di sale e accompagnando periodicamente l’alimentazione a vitamine e sali minerali, soprattutto nel periodo estivo o in caso di gravidanza.
Occorre prestare attenzione anche alla cottura degli alimenti. Se sbagliata, infatti, può agevolare la creazione di composti tossici con la diminuzione del potere nutritivo del cibo a causa della distruzione di alcune vitamine, dette termolabili, e /o delle proteine. È preferibile optare per le cotture a vapore o in forno a microonde.
Sono, al contrario, meno indicate la frittura, la cottura in forno elettrico, alla brace, all’acqua (bollitura), al calore umido (brasata) e nei grassi.
I farmaci per la cefalea
Il mal di testa solitamente si presenta in maniera occasionale, a volte può manifestarsi in forma acuta tanto da essere invalidante. In questi casi è necessaria l’assunzione di farmaci antidolorici. Nei casi in cui la cefalea sia legata a tumori o altre patologie gravi, i farmaci agiscono solo temporaneamente per lenire il dolore.
In caso di mal di testa di lieve o moderata intensità, i FANS sono i farmaci più utilizzati per far diminuire il fastidio. Chi assume queste sostanze per più di tre giorni a settimana è esposto al rischio che la cefalea si ripresenti con maggior frequenza, in virtù del cosiddetto effetto “rimbalzo”.
In ogni caso è importante non eccedere nell’assunzione di FANS, in quanto un uso eccessivo potrebbe avere gravi conseguenze epatiche e gastriche. Di seguito i principali farmaci.
• Acetaminofene o Paracetamolo (Tachipirina, Efferalgan, Sanipirina): indicato soprattutto in presenza di febbre.
• Acido acetilsalicilico (Aspirina, Vivin, Ac Acet, Carin): il farmaco può essere somministrato solo ad adulti.
• Ibuprofene (Brufen, Moment, Subitene): indicato per un dolore medio o moderato al capo.
• Naproxene (Aleve, Naprosyn, Prexan, Naprius).
• Diidroergotamina (Seglor, Diidergot): il farmaco nasce appositamente per curare la cefalea.
• Ergotamina (Cafergot, Virdex): si tratta di un principio attivo usato in terapia per intervenire in caso di emicrania acuta, nei casi in cui non ci siano gli effetti sperati sul paziente dopo l’assunzione di analgesici. L’Ergotamina non è indicata per gli anziani, per li ipertesi, per donne in stato interessante e in caso di allattamento.
Il nostro centro di fisioterapia e osteopatia è indicato per la cura della cefalea. Il nostro slogan è “MI PRENDO CURA DI TE!”. Ti rimetteremo a nuovo, senza lasciare nulla al caso. Ricercheremo innanzitutto le cause della patologia mettendo a disposizione un nuovo servizio di assoluta eccellenza con CONSULENZA E VALUTAZIONE DIAGNOSTICA totalmente a nostro carico. Il centro di fisioterapia e osteopatia Physio Cast-One è il posto giusto per intervenire contro la cefalea.
Garantiamo una diagnosi specifici, un approccio che interviene alla radice del problema e fornisce al paziente gli strumenti giusti per mantenere un buono stato di salute. I risultati sono ampiamente positivi e raggiungibili in tempi brevi.
Se hai difficoltà logistiche, non puoi guidare o non riesci ad organizzarti negli spostamenti e non sai come raggiungere la nostra sede in Via Alessio Baldovinetti, 26 (Roma, zona EUR), nessun problema! C’è PHYSIO SHUTTLE, un servizio a misura di paziente, che prende il paziente presso il proprio domicilio, lo porta al Centro di Fisioterapia e Osteopatia, attende la conclusione del trattamento fisioterapico – osteopatico e lo riaccompagna a casa.
Il PHYSIO SHUTTLE copre un raggio di distanza dal Centro di Fisioterapia e Osteopatia pari a 10 chilometri, ad un costo di soli 15 – 20 euro.